La prospettiva interculturale e la letteratura della migrazione in Italia

La letteratura italiana della migrazione rappresenta un’interessante visuale prospettica per riflettere sui temi dell’interculturalità, del pluralismo, ma soprattutto sull’incontro etnografico. La letteratura migrante crea processi osmotici, con una mescolanza di religioni, culture e lingue. La sua analisi può fornire indicazioni interessanti per la tutela dei diritti dell’individuo in quanto distinti da quelli della c.d. identità collettiva, evidenziando l’innescarsi di un fenomeno di c.d. ‘creolizzazione’. Tale concetto, mutuato dalla linguistica, esplicita il processo di ibridazione cui tutte le tradizioni sono sottoposte, i continui scambi e le reciproche influenze tra esse, il modo in cui il migrante recepisce e ricerca alcuni tratti della cultura con cui entra in contatto, ricombinando la realtà. La gestione interculturale di quel processo esige che gli elementi eterogenei messi in relazione si inter-valorizzino. L’incontro, se adeguatamente gestito, può generare una grande opportunità di relativizzare la pulsione identitaria, senza sminuire il valore e la ricchezza delle diverse culture. Ciò può incidere direttamente sulle dinamiche del sociale. In Italia i migrant writers, che in area anglosassone circoscrivono una vera e propria categoria letteraria,rappresentano un fenomeno che si è sviluppato in tempi piuttosto recenti, più precisamente intorno agli anni ’90 del secolo scorso. Le prime opere pubblicate sono di denuncia sociale e lasciano emergere tutte le difficoltà connesse all’integrazione. Nel secondo periodo si evidenziano, invece, trame narrative più ampie, che non restituiscono una narrazione modellata sulle aspettative della cultura di approdo. L’ultima fase, quella attuale, è rappresentata dai c.d. scrittori di ‘seconda generazione/nuovi italiani’, figli degli immigrati approdati in Italia negli anni ’70 e ’80. La narrazione dello straniero, in questi scritti, è una scelta politica e sociale, capace di avviare un dialogo molto più profondo e una riflessione sulla scissione, soprattutto legata alla psicologia dell’identità e alle connesse modalità di rivendicazione e fruizione dei diritti.

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