Immigrati, “apolidi” dei rapporti bancari. L’apertura di conto corrente alla prova dell’incoerenza linguistica della normativa 

In una società cashless, l’inclusione sociale passa per l’inclusione finanziaria. Per tale ragione, il conto corrente bancario, quale contratto-base, negli ultimi anni si è trasformato in un alleato essenziale del migrante per accedere a diritti fondamentali come la casa ed il lavoro. Tuttavia, nonostante le politiche europee e nazionali abbiano espressamente garantito il riconoscimento di tale servizio a tutti, anche dei non residenti in UE, le difficoltà linguistiche che si palesano, tanto a livello di condizioni generali di contratto, quanto a livello di normative a monte, continuano a costituire una barriera ‘quasi’ inespugnabile alla sua fruibilità. 

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