Che cosa vuol dire davvero ‘fidarsi’? È un problema di ragione o di sentimento? Nell’attività discorsiva c’è una continua commistione tra aspetti logici e quel reticolo di complesse interazioni che legano le parti giacché, come tendono a mettere a tema le teorie retoriche, in contrasto con i dominanti modelli dialettici argomentativi, saper parlare significa interpellare l’essere umano nella sua totalità, sino ad allargare la ragione e a trovare modalità razionali non confinate al calcolo formale o alla scolastica del sillogismo. Il modello di ‘ragione retorica’ ha il merito di spiegare che il funzionamento del paradigma fiduciario, che Tommaso Greco (2021) applica ai rapporti giuridici, richiede relazioni concrete e incardinate nella realtà: quando il diritto ci chiede di fare o non fare qualcosa, è sempre per qualcuno ma, finché quel qualcuno rimane sul piano dell’ipotesi astratta e non si incarna, si creano le condizioni per l’infedeltà sul piano orizzontale e, quindi, per relazioni autoritative verticali.
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