L’articolo discute l’incidenza della maieutica sul diritto, con particolare attenzione alle sue forme realizzate come istituzioni giuridiche. Si riarticolano le interpretazioni della maieutica da parte di Hannah Arendt e Jan Patoĉka. Per una incisiva problematizzazione di tale quadro speculativo, si impiega l’alternativa teoretica tra conoscere e comprendere con riferimento al fenomeno del diritto. Si sceglie, poi, di interpretare il ruolo di Socrate come parresiastès e chiarire le differenze che intercorrono tra la parrhesía e l’isegoría. In conclusione, è necessario discutere di come, nella dimensione giuridica, la ricerca della verità, del senso e del giusto siano radicalmente collegate e di come la distinzione tra conoscere e comprendere investa il problema della differenza nomologica teorizzata da Bruno Romano.
Aree tematiche
Osservatorio
-
Post Recenti
- Dopo il sapere totale. Maieutica e giustizia in Arendt e Patoĉka 22/12/2025
- Nuove tecnologie e democrazia. Le sfide alle istituzioni democratiche tra etica e diritto. 09/12/2025
- Consuetudine e teoria: un problema ricorsivo. Pratiche normative tra diritto e linguaggio. 09/12/2025
- Il concetto di asilo tra storia, diritto e attualità giuridica 05/12/2025
- Alla ricerca della norma perduta. Itinerari per una lettura ontologica degli studi socio-antropologici di Hans Kelsen sui popoli primitivi. 31/10/2025