Il digitale come cura. Il contributo del fattore religioso nelle guarigioni ‘a distanza’.

L’esperienza di fede vissuta online rappresenta un’alternativa ai tradizionali percorsi di esercizio della libertà religiosa. In alcuni casi il digitale diventa intermediario tra il fedele e il trascendente; in altri, la rete è la divinità, cioè l’interlocutore, o un’interfaccia di dialogo, dove può prendere dimora l’esperienza religiosa dei fedeli. In alcuni casi, questa dimensione può anche essere scelta dai fedeli come mezzo di guarigione. Questa prospettiva accomuna gli ordinamenti confessionali più strutturati, come quello della Chiesa cattolica in cui i fedeli possono accedere anche a forme digitali di cura spirituale (unzione degli infermi, esorcismi, preghiere di liberazione, benedizioni), ad altri movimenti che promuovono il ministero di guarigione attraverso Internet. Ad esempio, Scienza Cristiana crede nei vantaggi del potere curativo divino esercitato all’interno delle healing rooms; per il cyber-sciamanesimo lo spazio virtuale è abitato da una presenza spirituale che consente di suscitare nell’utente una trance di tipo estatico; secondo la pratica religiosa della distance healingil malato è raggiunto da un’energia digitale di guarigione. L’analisi di questi fenomeni è diretta a indagare l’effettiva relazione esistente tra l’esercizio del culto online e la guarigione del fedele, le possibili tutele giuridiche che i gruppi religiosi coinvolti in tali pratiche possono ricevere all’interno dell’ordinamento giuridico italiano e la reazione legislativa e giurisprudenziale dinanzi al fenomeno delle false guarigioni finalizzata a truffare gli utenti della rete.

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