La sharing economy ama presentarsi come una nuova forma di economia, radicalmente diversa dalla tradizionale economia di mercato e profondamente votata ai beni comuni, al risparmio energetico e alla solidarietà sociale. La parola “condivisione” rimanda esattamente a questi valori. Nondimeno, a dispetto della sua auto-rappresntazione – intensamente radicata nelle stesse parole e negli slogan a cui essa ricorre per auto-promuoversi – l’economia della condivisione non è altro che una riproposizione del neoliberismo, una sua nuova versione che si affida alle nuove potenzialità del web 2.0. I giganti della sharing economy, come Airbnb e Uber, sono compagnie digitali, o app-imprese, icone del capitalismo delle piattaforme. I loro profitti astronomici si nutrono del lavoro di persone che un tempo appartenevano alla classe media mentre ora, impoverite dall’economia neoliberista, sono costrette ad accettare qualsiasi lavoretto, senza diritti e senza dignità.
Aree tematiche
Osservatorio
-
Post Recenti
- Nuove tecnologie e democrazia. Le sfide alle istituzioni democratiche tra etica e diritto. 09/12/2025
- Consuetudine e teoria: un problema ricorsivo. Pratiche normative tra diritto e linguaggio. 09/12/2025
- Il concetto di asilo tra storia, diritto e attualità giuridica 05/12/2025
- Alla ricerca della norma perduta. Itinerari per una lettura ontologica degli studi socio-antropologici di Hans Kelsen sui popoli primitivi. 31/10/2025
- Artificial Turn. Migrations and Asylum at the Encounter with Safe Countries of Origin in The Ontologies of Borders and the Epistemologies of Control. 26/10/2025