La sharing economy ama presentarsi come una nuova forma di economia, radicalmente diversa dalla tradizionale economia di mercato e profondamente votata ai beni comuni, al risparmio energetico e alla solidarietà sociale. La parola “condivisione” rimanda esattamente a questi valori. Nondimeno, a dispetto della sua auto-rappresntazione – intensamente radicata nelle stesse parole e negli slogan a cui essa ricorre per auto-promuoversi – l’economia della condivisione non è altro che una riproposizione del neoliberismo, una sua nuova versione che si affida alle nuove potenzialità del web 2.0. I giganti della sharing economy, come Airbnb e Uber, sono compagnie digitali, o app-imprese, icone del capitalismo delle piattaforme. I loro profitti astronomici si nutrono del lavoro di persone che un tempo appartenevano alla classe media mentre ora, impoverite dall’economia neoliberista, sono costrette ad accettare qualsiasi lavoretto, senza diritti e senza dignità.
Aree tematiche
Osservatorio
-
Post Recenti
- È Festa per Tutti (?) Diritto alla festa religiosa, parità tra studenti nella scuola e prospettive di intervento normativo. 11/11/2024
- The Inescapable Radiality of Food and the Impossibility of Environmental ‘Restoration’ 23/08/2024
- L’islām, i diritti, la rete. Agenda digitale e cyber Ummah 23/06/2024
- Waqf, evoluzione tecnologica, innovazione finanziaria. Un’analisi comparatistica 23/06/2024
- Un ambiente ‘preterintenzionale’? Radici del dualismo soggettivo/oggettivo nella transizione ecologica europea (Un’indagine etno-giuridica nell’immaginario ortodosso della Romania rurale) 22/05/2024