Il legame tra l’istituto matrimoniale e la sfera religiosa è un dato comune a ogni cultura e non manca di produrre i propri effetti sul piano giuridico: in primo luogo all’interno di quegli stessi diritti religiosi che ad esso riconoscono spesso un’importanza centrale. Se tale constatazione rappresenta ormai un’acquisizione pacifica per le tradizioni confessionali con cui l’Occidente ha storicamente avuto maggiori punti di contatto, minore attenzione è invece stata finora dedicata ad esperienze religiose pur dotate di un vastissimo seguito nel mondo, quali sono quelle di origine indiana. Il presente contributo si propone quindi di scandagliare la concezione e la disciplina matrimoniale proprie delle ‘religioni dharmiche’ più diffuse, passando in rassegna gli approcci rispettivamente emergenti dall’induismo, dal buddhismo e dal sikhismo. In aggiunta alla disamina delle attribuzioni tipiche che ciascuna di tali visioni riserva alla dimensione familiare, nonché delle relative linee evolutive eventualmente percorse nel tempo, diviene così possibile valutare se le radici comuni da cui esse prendono le mosse si rivelano riconoscibili pure in un simile ambito o se conducono invece ad esiti non più paragonabili.
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