Il presente contributo si inserisce in un’indagine che coinvolge il giurista in un processo formativo dinamico e in continua evoluzione; l’obiettivo è quello di focalizzare l’attenzione su una scienza giuridica sempre più “diastemica” (utilizzando il lessico di François Jullien), caratterizzata da continue trasformazioni che la fanno ‘uscire’ da una logica puramente “sistemica” del diritto legata a un’immagine molto moderna della giuridicità e virare verso una formazione giuridica sempre più inclusiva. A tal fine, è necessario un confronto tra prospettive passate, presenti e future, passando dalla tradizione all’innovazione intesa come metodologia applicata, in una riflessione sul modo in cui una scienza lavora con gli “strumenti intellettuali” a sua disposizione.
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