Il soprannaturale dei luoghi come orizzonte accomunante della ‘civiltà mediterranea’. Una prospettiva antropologico-filosofica e antropologico-giuridica a partire da Simone Weil.

Il contributo prende spunto da un’intuizione di Simone Weil formulata a partire da una riflessione sulla crociata mossa contro i Catari fra l’XI e il XIII secolo. Secondo la filosofa, tale evento storico si costituisce come spartiacque, poco studiato ma decisivo, fra opposte concezioni dell’uomo, della società e del diritto, che si risolvono in un’unica dicotomia centrata sul rapporto dell’individuo col sacro nella sua insopprimibile ricerca di senso: da una parte, un’idea di relazione intima, immediata e intransigente con il soprannaturale; dall’altra, una visione fondata sulla necessità della mediazione istituzionale (politica e/o religiosa). Esito di questa contesa, metafisica prima che culturale e teologica, è una precisa genesi dell’autocoscienza dell’Europa moderna; un risultato che avrebbe soffocato, o almeno offuscato, un’altra linea di sviluppo culturale che avrebbe potuto condurre invece a una civiltà mediterranea. Questo articolo mira a indagare le condizioni di possibilità di una simile ipotesi a partire dalle risorse teoretiche sollevate da Weil, ma sviluppandole in una direzione empirica, focalizzata sulle residuali forme del tipo di religiosità messa in luce da Weil: autentica, immediata, non ufficiale; forme ancora oggi rinvenibili in diversi santuari condivisi nel contesto mediterraneo. In questa contesa fra religiosità personale e religioni ufficiali, ciò che emerge come davvero decisivo è il possesso e il controllo delle risorse simboliche che il soprannaturale reca in sé, e che la sfera politica ha dimostrato di poter requisire e manipolare con successo, per questa ragione la parte empirica dello studio mira a concentrarsi sui luoghi sacri in quanto spazi di aggregazione simbolica, in cui la forza dei simboli si manifesta in termini di efficacia e magnetismo soprannaturale. Il metodo impiegato mira a tenere assieme la dimensione filosofico-metafisica aperta da Weil con gli itinerari di approfondimento di carattere giuridico-politico interessati. Data la complessità di tale impianto, è stata favorita una postura interdisciplinare ancorata all’antropologia in quanto dispositivo gnoseologico aperto in direzione teoretica come in direzione empirica, e in grado di tenere assieme il problema della relazione col sacro, dell’autorità, del potere, del senso del diritto nel prisma di un’unica questione fondamentale concernente il soggetto umano e il suo statuto simbolico, suscettibile di dominare la forza dei simboli come di soccombere ad essa.

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