La crescita della popolazione musulmana ha inciso in maniera determinante sulle strategie degli attori economici nel processo di produzione e commercializzazione di beni e servizi. Essi, infatti, hanno utilizzato segni e simboli religiosi nei marchi per fidelizzare un maggior numero di consumatori-fedeli. Al contempo, i prodotti conformi alle regole islamiche rappresentano un modo per tutelare la libertà religiosa e consentire ai fedeli di vivere secondo coscienza. Il saggio intende analizzare le potenzialità e i limiti del mercato alimentare islamico, indagando da un lato l’esperienza della Malesia, le cui norme sono state definite come la world best practice nell’ambito della regolamentazione halal e dall’altro la possibilità di valorizzare l’esportazione dei prodotti italiani nel Paesi musulmani, affiancando al logo del Made in Italy quello della certificazione religiosa.
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