La globalizzazione avanzata delle società contemporanee, accompagnata da dinamiche migratorie su scala globale senza precedenti storici, amplifica la necessità di chiarire il quadro giuridico relativo all’accesso dei migranti ai servizi fondamentali dello Stato, tra cui i servizi medico-sanitari. Pur trattandosi di un diritto fondamentale, il diritto alla salute dei migranti incontra però diversi ostacoli, quali la mancanza di informazioni chiare e le differenze culturali e linguistiche che rendono più complessa la comprensibilità di contratti e normative, dai consensi informati per interventi medici, ai moduli per il trattamento dei dati personali, dalle informative sui diritti del paziente alle dichiarazioni di volontà rispetto a cure e terapie. Il presente articolo, dopo una breve introduzione sulle normative nazionali ed internazionali relative alla tutela della salute dei migranti, analizza i fattori che ostacolano il pieno diretto ed i possibili processi correttivi. In seguito, il lavoro si focalizza sul tema dei migranti ‘in transito’ e sui rapporti di cooperazione tra Italia-Albania, recentemente oggetto di dibattito internazionale acceso in seguito all’emanazione della L. 14/2024 e della sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue del 1 agosto 2025. L’articolo offre a studiosi e addetti ai lavori alcuni spunti di riflessione ed elementi di approfondimento sulle diverse dimensioni sociologiche e normative del tema salute in ottica migrazione.
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