Scopo di questo saggio è suggerire una temperata rivalutazione del movimento politico-filosofico chiamato “libertariano”. Le tesi di questo orientamento appaiono troppo aggressive riguardo ai profili di politica economica e troppo deboli nella difesa dei diritti sociali. Gli Autori riconducibili agli studi libertarian provarono, tuttavia, a edificare una critica radicale riguardante lo Stato e l’invadenza dei governi nella vita quotidiana. Molti studiosi oggi adottano una visione limitata delle tesi libertariane al solo scopo di sostenere il libero mercato, bassi livelli di tassazione e una legislazione sostanzialmente iniqua in materia di prestazioni sociali. Tornare ai pensatori libertariani più innovativi e interessanti può mostrare un lato più autentico nel loro approccio teorico. In tal modo, potrebbero emergere le loro imprevedibili e teoricamente fondate connessioni con l’anarchismo e l’umanesimo, anche nella promozione di diritti fondamentali come il diritto di libertà religiosa.
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