Prendendo le mosse da una disamina dei significati politico-teologici dei mosaici ravennati, alla luce di quella feconda liaison tra fede e arte che impreziosisce la trama di alcune significative pronunce magisteriali, il presente contributo esaminerà innanzitutto l’art. 6 del Codice Urbani, evidenziando come l’impiego dei moderni strumenti digitali abbia contribuito a enfatizzare le intersezioni tra fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale. Successivamente, muovendo dall’importanza della vista nel godimento delle opere d’arte in generale, e di quelle musive in particolare, si tenteranno di dischiudere inediti percorsi che, lungi dal privilegiare la dimensione visiva come unico codice interpretativo, possano gettare le basi per un nuovo approccio sinestetico per il bene artistico. In questo senso, si presenterà un’esperienza di visita multisensoriale al mausoleo di Galla Placidia, provando a dimostrare come l’utilizzo di un dispositivo aptico, unito a una suggestiva stimolazione acustica, possa realizzare un intenerarium stuporis tanto per le persone con disabilità visiva quanto per i ‘normodotati’. L’ampia illustrazione del progetto sarà preceduta da un breve studio sul funzionamento delle interfacce aptiche e sulle loro caratteristiche.
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