L’esperienza giuridica romana permette di osservare come temi e prospettive ai quali oggi il diritto interculturale dedica specifica attenzione trovino precedenti storici ‘sostanziali’ in istituti dello ius gentium, ai quali il praetor eregrinus offriva concreta ed effettiva tutela per mezzo della sua iurisdictio. A questo profilo ‘applicativo’ si legava strettamente quello ‘scientifico’ del iurisconsultus che, attraverso le sue attività di agere, cavere e respondere, svolgeva una funzione propulsiva ed innovativa dello ius, fino a una identificazione fra quest’ultimo e la interpretatio prudentium. I ‘parallelismi’ tra giurista romano e notaio contemporaneo non vanno ricercati, però, sul piano strutturale, quanto su quello funzionale: nel segno, cioè, della verifica del ruolo di medium rivestito da entrambi, orientato in direzione di un’apertura del ‘sistema’/ordinamento nazionale al bisogno di giuridicità ed alla ‘cultura’ dell’‘altro’.
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